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      W. Wood, di nove anni, aveva 7 anni e 10 mesi quando cominciò a lavorare. Egli lavorava tutti i giorni della settimana, dalle 6 del mattino sino alle 9 di sera, cioè 15 ore al giorno. J. Murray, di 12 anni, lavorava a portare le forme e a girare la ruota. Egli cominciava a lavorare alle 6, qualche volta perfino alle 4 del mattino; e il suo lavoro era prolungato, talvolta, sino al giorno susseguente. E non era solo, ma in compagnia di altri 8 o 9 ragazzi, che erano trattati come lui. Il chirurgo Charles Piarson così scrive ad un Commissario governativo: "Io non posso parlare che basandomi sulle mie osservazioni personali e non sulla statistica; e certifico che sono stato spesso immensamente nauseato dalla vista di questi poveri fanciulli, la cui salute è sacrificata per soddisfare con un lavoro eccessivo la cupidigia dei loro genitori e di quelli che li impiegano". Egli enumera le cause di malattia dei vasai e chiude la lista con la causa principale, cioè, le lunghe ore di lavoro.
      Nelle fabbriche di fiammiferi la metà dei lavoratori sono fanciulli al di sotto di 13 anni e adolescenti al di sotto di 18. È solamente la parte più povera della popolazione, che presta i suoi figli a questa industria tanto malsana e ripugnante. Fra i testimoni che il Commissario White intese nel 1863 ve n'erano 270 al di sotto di 18 anni, 40 al di sotto di 10 anni, 12 di 8 anni e perfino 5 di soli 6 anni. La giornata di lavoro variava fra le 12, 14 e 15 ore. Essi lavoravano la notte, prendendo il cibo ad ore irregolari, e quasi sempre nel medesimo locale della fabbrica, tutto impastato dal fosforo.


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Compendio del Capitale
di Carlo Cafiero
pagine 112

   





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