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      Così potrebbesi dire che la perfezione, rispetto alle manifatture, consiste nel poter fare a meno dell'intelligenza, di maniera che l'officina, non avendo bisogno di forze intellettuali, possa essere considerata come una macchina le cui parti sono uomini." Egli è per questo che un certo numero di manifatture, verso la metà del XVIII secolo, impiegavano di preferenza per certe operazioni, che formavano un segreto di fabbrica, operai mezzo idioti.
      Smith dice: "L'intelligenza della maggior parte degli uomini si forma necessariamente per mezzo delle loro occupazioni ordinarie. Un uomo, che passa tutta la vita ad eseguire un piccolo numero d'operazioni semplici..., non ha nessuna occasione di sviluppare la sua intelligenza, né di esercitare la sua immaginazione... Egli diventa, in generale, tanto ignorante e tanto stupido per quanto è possibile ad una creatura umana il diventarlo"". Dopo aver dipinto l'istupidimento dell'operaio particellario, A. Smith continua così: ""L'uniformità della sua vita stazionaria corrompe naturalmente la gagliardia del suo spirito..., essa degrada perfino l'attività del suo corpo e lo rende incapace di spiegare la sua forza con vigore e perseveranza in un qualsiasi altro impiego che non sia quello per il quale egli è stato educato. Così la destrezza del suo mestiere è una qualità ch'egli pare abbia acquistato a spese delle sue virtù intellettuali, sociali e guerriere. Ora, in ogni società industriale e civile, questo è lo stato nel quale deve necessariamente cadere l'operaio povero, cioè la grande massa del popolo"". Per rimediare a questo deterioramento completo, che risulta dalla divisione del lavoro, A. Smith raccomanda l'istruzione popolare obbligatoria, pur consigliando d'amministrarla con prudenza e a dosi omeopatiche.


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Compendio del Capitale
di Carlo Cafiero
pagine 112

   





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