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      Ma noi, cristiani, lo teniamo in tanto onore, che l'adoriamo quasi a causa del suo denaro. Colui che nasconde, ruba e divora il nutrimento di un altro è (per quanto può esserlo) ugualmente assassino di colui il quale lo fa morire di fame o lo rovina a fondo. E questo è quanto fa l'usuraio, eppure egli resta assiso in tutta sicurtà sul suo seggio, mentre sarebbe molto più giusto che, sospeso alla forca, egli fosse divorato da tanti corvi quanti furono gli scudi che ha rubato; sempreché in lui vi fosse tanta carne, di cui tutti quei corvi potessero ciascuno prenderne un pezzo. S'impiccano i piccoli ladri..., i piccoli ladri sono messi ai ferri; i grandi ladri si vanno pavoneggiando nell'oro e nella seta. Non v'ha sulla terra (toltone il diavolo) un più grande nemico del genere umano che l'avaro e l'usuraio, perché egli vuole essere Dio sopra tutti gli uomini. Turchi, gente di guerra, tiranni sono certamente una cattiva genia; pure essi sono obbligati a lasciar vivere la povera gente e a confessare che essi sono scellerati e nemici; succede loro perfino d'intenerirsi loro malgrado. Ma un usuraio, questo sacco d'avarizia, vorrebbe che il mondo intero fosse in preda alla fame, alla sete, alla tristezza e alla miseria; egli vorrebbe avere tutto per sé solo, affinché ognuno dovesse ricevere da lui come da un Dio e restare il suo servo in perpetuo. Egli porta catene e anelli d'oro, e si fa passare per un uomo pio e mite. L'usuraio è un mostro enorme, peggiore di un orco divoratore... E se si arruotano e si decapitano gli assassini e i ladri da strada, quanto più non si dovrebbero cacciare, maledire, e arruotare tutti gli usurai e tagliare loro la testa!


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Compendio del Capitale
di Carlo Cafiero
pagine 112

   





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