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      Finalmente, un ultimo cambiamento si compie. Una porzione delle terre convertite in pascoli è riconvertita in riserva di caccia. Il professore Leone Levi, in un discorso pronunciato nell'aprile 1866, innanzi alla Società delle Arti, disse:
      Spopolare il paese e convertire i terreni arabili in pascoli, era, in primo luogo, il mezzo più comodo di aver rendite senza alcuna spesa... Ben tosto la sostituzione delle foreste di daini ai pascoli divenne un avvenimento ordinario negli Highlands. Il daino scaccia la pecora come la pecora aveva scacciato l'uomo... Grandi distretti, che figuravano nella statistica della Scozia come praterie di una fertilità ed estensione eccezionali, sono ora rigorosamente privi d'ogni sorta di cultura e di miglioramento, e consacrati ai piaceri di un pugno di cacciatori, che non ci vanno che qualche mese dell'anno". Verso la fine del maggio 1866, un giornale scozzese diceva: "Una delle migliori fattorie di pecore del Sutherlandshire, per la quale allo spirare del fitto corrente si offriva una rendita di 100 000 L. st., sarà convertita in foresta di daini".(33) Altri giornali, della stessa epoca, parlano ancora di questi istinti feudali, che vanno sempre più sviluppandosi in Inghilterra; ma poi alcuno di essi conclude, provando con le cifre, come un tale fatto non abbia per nulla diminuito la ricchezza nazionale."
      La creazione di un proletariato senza fuoco e senza tetto andava necessariamente più sollecita che il suo assorbimento nelle manifatture nascenti.


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Compendio del Capitale
di Carlo Cafiero
pagine 112

   





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