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      D'altra parte, questi uomini, bruscamente strappati alle loro condizioni di vita ordinaria, non potevano così presto abituarsi alla disciplina del nuovo ordine sociale. Ne uscì quindi una massa di mendicanti, di ladri, di vagabondi. Ond'è che, verso la fine del XV secolo e durante tutto il XVI, nell'ovest di Europa, una legislazione sanguinaria fu fatta contro il vagabondaggio. I padri dell'attuale classe operaia furono castigati per essere stati ridotti allo stato di vagabondi e di poveri. La legislazione li trattò come delinquenti volontari; essa suppose che dipendesse dal loro libero arbitrio il continuare a lavorare come per il passato, quasi che non fosse avvenuto alcun cambiamento nella loro condizione.
      In Inghilterra, questa legislazione cominciò sotto il regno di Enrico VII.
      Enrico VIII, 1530. I mendicanti, attempati e incapaci di lavoro, ottengono licenze per dimandare la carità. I vagabondi robusti sono condannati a essere frustati e imprigionati. Legati dietro a una carretta, essi debbono subire la fustigazione, finché il sangue non grondi dal loro corpo; poi essi devono impegnarsi con giuramento di ritornare, sia al luogo della loro nascita, sia al luogo che essi hanno abitato negli ultimi tre anni, e a rimettersi al lavoro. Crudele ironia! Questo stesso statuto fu anche trovato troppo dolce, nel ventisettesimo anno del regno di Enrico VIII. Il Parlamento aggravò le pene con clausole addizionali. In caso di prima recidiva, il vagabondo dev'essere frustato di nuovo e avere la metà dell'orecchio mozzata; alla seconda recidiva egli dev'essere trattato da ribelle e ammazzato come nemico dello Stato.


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Compendio del Capitale
di Carlo Cafiero
pagine 112

   





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