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      Nè i selvaggi antichi furono più intelligenti degli odierni, poichè sappiamo che vivevano
      nelle caverne; possedevano utensili di pietra o di osso o di corno di cervo, ma non conoscevano
      i metalli; e non avevano alcuna scrittura, nemmeno geroglifica.
      D'altra parte anche gli animali compiono degli atti che non possono considerarsi come i-
      stintivi. Huber padre constatò che nel 1806 la sfinge testa di morto abbondava, e che, ghiotta di
      miele, entrava nelle arnie e rompeva i favi, traendo dappertutto il suo corpo che è assai più
      grande di quello delle api. Queste, spaventate, non sapevano che fare, non essendosi mai trovato
      in faccia ad un tale nemico. Dopo molte esitazioni, ecco quello che fecero. Un forte bastione di
      cera si elevò all'entrata di tutte le arnie del paese; un piccolo foro non lasciava passare che un'a-
      pe alla volta, e le sfingi, sprovviste di organi taglienti, volavano fremendo contro l'ostacolo che
      non potevano vincere.
      Un naturalista, per impedire alle formiche l'accesso sopra un albero carico di frutta, ne
      avea circondato il tronco, ad una certa altezza, con del vischio. Molte formiche vi perirono, ed
      altre dovettero retrocedere appena giunte a quella zona di vischio. Ma un giorno egli vide le
      formiche incamminarsi in grande numero verso quell'ostacolo, ciascuna con una bricciola di
      terra in bocca, e deporre questa bricciola sul vischio. Non andò a lungo, e le formiche oltrepas-
      savano l'ostacolo impunemente sopra i sentieri di terra così costruiti.
      Fra gli animali più elevati, le scimie adoperano clave, e scagliano bastoni, frutti spinosi e


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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano
1888 pagine 204