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      una donna vivi, che naturalmente riescono le prime sue vittime. Non si puō certamente dire che
      questi uomini conoscano la massima: "Non fare ad altri ciō che non vuoi che sia fatto a te."
      L'idea del bene, al suo infimo grado, si identifica con quella dell'utile individuale e mo-
      mentaneo. Ma per poco che la memoria e la riflessione agiscano, l'idea del bene si eleva a quel-
      la dell'utile individuale complessivo, e quindi č ritenuta per cattiva un'azione che trae seco delle
      conseguenze dannose. Negli animati sociali l'idea del bene si allarga ancora, ed abbraccia l'utile
      della societā cui l'individuo appartiene. La moralitā, nei primi due gradini, noi la troviamo tanto
      negli animali che conducono una vita isolata come nell'uomo selvaggio; al terzo gradino svi-
      luppasi negli animali sociali e nell'uomo civilizzato. Infatti l'ape che punge ed in conseguenza
      muore, si sacrifica per la propria colonia; i lupi e molte scimie vanno alla caccia a stormi, ed
      ogni individuo all'occorrenza difende i suoi compagni; le scimie ed altri animali furono visti
      prendere nella loro custodia gli orfani della propria specie, ed anche di specie diverse.
      LA RELIGIOSITĀ. - Alcuni autori, e recentemente anche il dottor Ratzel, hanno soste-
      nuto che non esiste alcun popolo privo di religione; ma questa idea č contraddetta dalla testi-
      monianza di molti ed autorevoli viaggiatori. Gli abitatori dello isole Andaman non hanno idea
      di un essere supremo, nč religione, nč credenza ad una vita futura. Gli Australiani non hanno


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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano
1888 pagine 204

   





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