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      Al contrario osser-
      viamo che nelle scimie il foro occipitale è posto molto indietro, o poichè la testa non è in bilico
      sulla colonna vertebrale, vediamo svilupparsi ampiamente le apofisi spinose delle vertebre cer-
      vicali e dorsali ed il ligamento cervicale.
      Colle precedenti osservazioni credo di avere mostrato che la scimia differisce dall'uomo
      per la natura di fiera che si manifesta nell'apparato mascellare-dentario, e per la presenza di due
      mani negli arti posteriori, le quali mentre la rendono inetta all'incesso eretto o poco agile perfi-
      no nel camminare sul terreno con tutte e quattro le estremità, le danno una speciale attitudine
      alla vita sugli alberi. Per cui se la scimia può essere chiamata un mammifero fiero e rampicante,
      l'uomo deve essere detto un mammifero inerme e mite ad incesso eretto.
      VALORE DEI CARATTERI PREDETTI. - Ora che conosciamo le differenze che passano
      tra l'uomo e le scimie, sarà bene valutarne l'importanza dal punto di vista zoologico. Le opinio-
      ni estreme sono quelle di Linneo e di Pruner-Bey. Il primo asserisce di non saper trovare alcun
      carattere, onde l'uomo possa essere distinto dallo scimie; il secondo sostiene che l'uomo non so-
      lo costituisce un regno a parte, ma rappresenta un mondo separato. Queste due opinioni estreme
      sono abbandonate da tutti; più accreditata è quella che l'uomo debba costituire un regno a sè, il
      regno umano.
      In questo argomento giova considerare quanto segue.
      Noi vediamo che le piante e gli animali formano due regni, due serie di organismi con-


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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano
1888 pagine 204

   





Linneo Pruner-Bey