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      vergenti in modo che le infime piante non sono discernibili dagli infimi animali. Se l'uomo co-
      stituisse pure un regno convergente col regno animale, gli infimi animali e gli infimi uomini
      dovrebbero essere tra loro molto affini, ciò che non è; gli infimi uomini s'accostano solo fino ad
      un certo punto, ai più elevati membri dell'ordine dei quadrumani, fatto che tende a dimostrare
      che anche l'uomo costituisce un ordine e nulla più.
      Alcuni autori vollero fondare questo regno umano sui caratteri di moralità e di religiosità;
      ma non tutti gli uomini hanno idee di morale e di religione, e d'altra parte vi sono animali, in cui
      si rinvengono traccie di queste idee. Il regno umano non sembra quindi ammissibile.
      Si volle anche dell'uomo fare una famiglia nell'ordine dei Primati, che abbraccia i mam-
      miferi più elevati; ma si può esitare ad accogliere tale opinione, perchè l'uomo si distingue ef-
      fettivamente da tutte lo scimie per la sua dentiera chiusa e per l'incesso eretto, due caratteri che
      sono seguìti da molti altri correlativi.
      La classificazione che fa dell'uomo un ordine distinto nel gruppo dei Primati, sembrami
      ancor oggi la migliore, non ostante il parere contrario di alcuni valenti naturalisti, e può essere
      appoggiata al fatto che anche gli altri ordini dei mammiferi sono in gran parte stabiliti sopra ca-
      ratteri desunti dalle estremità e dalla dentiera.
      I Monotremi, ad esempio, hanno due piedi corti, a cinque dita, e nei piedi posteriori dei
      maschi troviamo uno sprone avente un foro presso l'estremità; nei Cetacei mancano le estremità


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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano
1888 pagine 204

   





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