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      di erano incapaci di sottrarsi alle malefiche condizioni di vita che li circondavano. La elezione
      naturale avrà agito lentamente, attraverso a migliaia di generazioni; ma non sarebbe ragionevole
      negarle una potente azione.
      Di più, i caratteri pe' quali si distinguono le diverse razze umane, non sono tali che non
      possano mutarsi nel corso dei secoli. Supponiamo che la prima razza umana fosse nera; chi po-
      trebbe sostenere la impossibilità che poi divenisse bianca? Noi vediamo anche oggidì presso lo
      tribù nere i capi e le donne assumere un colore più chiaro, perchè si espongono meno alla azio-
      ne del sole e passano gran parte del giorno entro capanne; come d'altra parte vediamo farsi bru-
      no l'Italiano e lo Spagnuolo, sopratutto se è molto esposto all'azione della luce. Il cranio, il qua-
      le si modella sul cervello, può cambiare forma in relazione alle facoltà mentali che vengono e-
      sercitate. Il clima agisce potentemente sul pelo e sui capelli, di che ne abbiamo le prove in molti
      animali. La statura, la forma del naso, la larghezza della bocca e dell'apertura degli occhi, le
      proporzioni del corpo, ecc., sono tutti caratteri soggetti a variare in ogni razza, per cui in alcuna
      possono facilmente raggiungere tale sviluppo da servire alla classificazione.
      Gli effetti delle condizioni della vita sull'uomo possono essere dimostrati con molti fatti.
      Così il Negro, trasportato in America, perde alquanto del suo prognatismo, il cranio diviene più
      sottile e meno allungato, i capelli si fanno meno crespi, le labbra meno tumide, il naso più dirit-


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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano
1888 pagine 204

   





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