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      che sono l'eocenico, il miocenico ed il piocenico, dei quali il primo è il più antico, l'ultimo il più
      recente. Le più antiche traccie dell'uomo risalgono al periodo miocenico. In quell'epoca remo-
      tissima l'uomo abitava le caverne, non conosceva i metalli, e le sue armi erano fatte di silice. Di
      questo periodo non conosciamo che poche traccie della incipiente industria umana, e sono selci
      assai grossolanamente lavorate. Questi arnesi, paragonati ai quaternarii, appariscono simili nelle
      forme generali, ma di questi assai più imperfetti. Il qual fatto è un'altra prova della legge di con-
      tinuo progresso, che governa tanto la famiglia umana che l'intera natura organica.
      Taluno si è domandato, se l'uomo allora conoscesse già il fuoco. Siccome sopra un certo
      numero di selci di quel periodo si trovarono traccie manifeste della di lui azione, così la risposta
      fu affermativa. Come l'uomo se l'abbia procurato, non è difficile il dire, poichè si sa che il fuoco
      può essere destato in molti modi, dal fulmine, dalle eruzioni vulcaniche, da casuale confrica-
      mento di legni, dalla fermentazione, ecc.
      Secondo il De Mortillet, le traccie più manifeste dell'uomo miocenico si rinvennero a
      Thenay, presso Pontlevoy nel dipartimento Loir-et-Cher, dove l'abate Bourgeois trovò in un
      calcare miocenico molto antico (oligocenico) delle selci tagliate e bruciate. Altre selci, pur la-
      vorate, vennero scoperte nel miocene superiore (aquitaniano) di Puy Courny presso Aurillac.
      Il Desnoyer credette di avere trovato traccie dell'uomo che visse nel periodo pliocenico.


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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano
1888 pagine 204

   





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