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      LEZIONE POPOLAREdetta in Modena il 14 marzo 1868
     
      Signori,
     
      Vi parlerò questa sera dell'istinto nel regno animale, di un argomento che ha occupato lungamente ed occupa tuttora la mente dei naturalisti. Non ostante le molte cognizioni conquistate negli ultimi anni decorsi intorno alla vita degli animali, molti quesiti, concernenti l'istinto, restarono insoluti. E se taluno domandasse, che cosa sia l'istinto, e ne cercasse la risposta presso i varii zoologi, udirebbe forse tante idee diverse, quanti sono gli interpellati. Ciò basti per far comprendere che il mio tema è ancor avvolto nelle tenebre, la qual cosa, io spero, giustificherà la riserva, con cui parlerò di certi fenomeni, e farà forse largamente apprezzare quella debole luce, che gli studi degli ultimi decenni hanno potuto spargere sulla questione di cui ci occupiamo.
      Non entrerò qui, in sull'esordire, in riflessioni generali; queste debbono essere il frutto delle osservazioni speciali, a cui desidero sia rivolta tutta la nostra attenzione. Tuttavia non posso passar oltre, senza esporre le condizioni che deve offrire un'azione, perchè sia detta istintiva.
      È certo, che tutti i fenomeni, che in noi o negli animali si compiono, indipendentemente dalla nostra volontà e senza consapevolezza, non sono istintivi. Nessuno vorrà attribuire all'istinto i movimenti respiratorii, la palpitazione del cuore, la secrezione del sudore, oppure, nelle lumache, la formazione del guscio calcareo. Occorre dunque che un animale voglia eseguire una data cosa, e sia conscio di eseguirla, perchè si possa parlare di istinto.


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L'istinto nel regno animale
di Giovanni Canestrini
Treves Milano
1868, pagine 29

   





Modena