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      Avviene ogni quattro o cinque anni che la siccità distrugga ogni verzura di quelle pianure e faccia essiccare tutte le sorgenti; in allora quei ruminanti invadono il Capo in masse così enormi, che divorano ogni pianta, la quale si trovi sulla loro via, e rendono deserte le più ridenti contrade. Si è calcolato che queste mandrie si compongono di milioni d'individui.
      Ma l'istinto di questo genere più perfetto osservasi in molti uccelli, i quali in fine d'autunno nell'emisfero boreale migrano da nord a sud verso il tropico del Cancro, nell'emisfero australe da sud a nord verso il tropico del Capricorno. Nella primavera successiva la migrazione segue la direzione inversa. Ma anche in questa classe non mancano le gradazioni; imperocchè si osserva che alcuni uccelli, come le passere, non migrano, ma dimorano costantemente ove sono nate; mentre altri, come i picchi, vanno erranti di luogo in luogo, senza determinata direzione, e non scostandosi mai ampiamente dal sito nativo. Si hanno in fine i veri uccelli migratori, tra i quali, in via d'esempio, possiamo citare la cicogna, il cuculo, la lodola e le rondini.
      Di un interesse particolare sono queste ultime, perchè le abbiamo continuamente sotto gli occhi e furono spesso oggetto di venerazione per la grande utilità che recano colla vasta distruzione degli insetti. Si è osservato che in fine di settembre o durante l'ottobre tutte le rondini di una estesa località si radunano in un unico luogo, dove restano insieme per alcuni giorni, imprendendo brevi gite di sperimento.


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L'istinto nel regno animale
di Giovanni Canestrini
Treves Milano
1868 pagine 29

   





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