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      Il capo esige e riceve obbedienza assoluta in ogni rapporto. La galanteria cavalleresca verso il bel sesso non è suo mestiere; solo nella lotta egli riporta il premio dell'amore. Lo jus primæ noctis è ancor oggi in vigore. Egli diventa lo stipite di un popolo, e la sua razza si aumenta, non altrimenti che quella di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe, come la sabbia del mare. Nessuna femmina della banda può fare all'amore con altro maschio azzimato; i suoi occhi sono acuti; la sua disciplina è severa; in affari d'amore non comprende lo scherzo. Le femmine che l'obbliassero sono bussate e pelate in modo che passa loro certamente la voglia di avere dei rapporti cogli altri eroi della banda; lo scimiotto poi, che violando la legge dell'harem offende il sultano superbo del suo diritto, resta ancor maggiormente malconcio..... Del resto il capo esercita il suo uffizio con molta dignità. La stima che egli gode, dà al suo contegno una certa sicurezza ed indipendenza che mancano ai suoi sudditi; questi inoltre l'accarezzano in ogni guisa. Si vede p. e. che le femmine gli prodigano i più alti favori che una scimia possa dare o ricevere; esse cioè sono premurose nel liberarlo dai molesti parassiti, cure che si lascia prodigare col contegno di un pascià cui la schiava favorita gratta i piedi. In cambio egli pensa alla sicurezza dei suoi sudditi ed è perciò sempre in maggior apprensione che questi. Egli volge lo sguardo per ogni dove, non si fida di alcuno e riesce quasi sempre ad accorgersi del pericolo che minaccia la banda.


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L'istinto nel regno animale
di Giovanni Canestrini
Treves Milano
1868 pagine 29

   





Abramo Isacco Giacobbe