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      La volontà che deriva dalle condizioni nervose del primo genere, a mio credere, è l'istinto; la volontà, che scaturisce dalle condizioni nervose della seconda specie, è la così detta libera volontà, che riposa sull'intelligenza. L'istinto per così dire, è la volontà costante ed ereditaria della specie, di fronte agli atti volitivi variabili e temporanei dell'individuo.
      Si vuol identificare l'istinto coll'abitudine; ma quello si riferisce alla specie, questa all'individuo. Esiste tanta differenza tra il primo e la seconda, quanta ne esiste tra la specie e la varietà. È vero che una esatta demarcazione non è stabilita; ma ciò non autorizza a confondere i due fenomeni in un unico concetto.
      Ma io non insisto sulla mia definizione. I filosofi vi troveranno forse molto da ridire. Comunque sia, accetterò volontieri spiegazioni migliori; per parte mia dirò con Van der Hoeven: Trado quæ potui.


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L'istinto nel regno animale
di Giovanni Canestrini
Treves Milano
1868 pagine 29

   





Van Hoeven Trado