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      Queste pratiche, anzichè ravvivare, davano l'ultimo tuffo alla Valtellina. Vi si crebbero le guarnigioni a carico del paese. Ogni ombra pigliava corpo: i signori grigioni, ingordi d'aversi intorno timidi soggetti anziché buoni amici, potevano quanto ardivano, ed ardivano quanto volevano, sostenuti com'erano dai novatori. I quali, come interviene allorché il debole vuole ad ogni costo ajutarsi sopra il contrario, mirando unicamente all'utile proprio, vedevano bene che i loro religionarj crescessero in autorità. Quindi coloro che erano venuti come alleati, disponevano come donni e padroni, principalmente da che ebbero a sé arrogata la nomina degli ufficiali. Allora mandare a magistrato uomini di più che bassa mano, soperchiatori perché persuasi di meritare il pubblico disprezzo, non guardare nelle cariche a merito, ma a chi più ne dava, schiudere d'ogni preminenza i buoni, conculcare i diritti e lo statuto, corrotte le sindacature, nelle cause civili trovati lacciuoli a dovizia per costringere le parti a dividere l'avere con giudici ingordi, franco il peccare, il benfare spesse volte ruina. Si addormentavano sugli interessi della patria i tristi, quelli io dico, cui piaceva fare il lor talento, e da poveri venuti ricchi, da abjetti tremendi, usurpare i beni delle chiese, per ispalle d'amici e per danaro scontare delitti, leccare i superiori per mordere i soggetti. I buoni che osavano alzar la voce, erano perseguitati sotto quella maschera d'oltraggio e di sangue che si chiama ragione di stato.


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Il Sacro Macello di Valtellina
di Cesare Cantù
Sonzogno
1885 pagine 160

   





Valtellina