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      Essendo ordinato che ove fossero pił di tre famiglie riformate convenisse accomodarle di baserga(47) e di ministro a spese comuni, i Cattolici si vedevano costretti a mantenere i predicanti coi benefizj ecclesiastici. E non compatendo la religione loro che i preti predicassero dalla bigoncia, ond'era sceso dianzi il ministro calvinista, conveniva si provvedessero di nuove chiese. Intanto, predicanti a gara gli uni degli altri venivano fin da lontanissimo per far proseliti: prima pochi per giuoco, poi molti per curiositą, indi pił per diversi affetti s'affollavano a udire il nuovo vangelo, i cui pił soliti ornamenti erano rampogne ed ingiurie. Credendo ciascuna parte essere in possesso della veritą, e l'avversaria trovarsi nell'eresia, lo zelo esacerbava gli odj da fratello a fratello.
      Rinfacciavano i novatori a quei della messa, come li chiamavano, che una fede inculcata senza il consentimento della ragione, degenera presto in superstizioni, e molte in fatto se n'erano introdotte(48), e si prodigavano le indulgenze(49) a scapito della morale. I preti cattolici, temendo fin quell'esame e quella luce, il cui bisogno eleva e ingrandisce l'anima, ma che generava l'orgoglio del senso individuale, inculcavano che una religione scandagliata e analizzata cessa di esser fede, e si lamentavano di veder chiamate a scrutinio le cose che il cattolico guarda con umile meraviglia, e che Iddio, per occulti giudizj, tolse alle dispute dell'uomo, ingiungendogli "Credi e adora". L'augusto Sacramento, di cui Cristo volle fare un simbolo di pace e di concordia e che, assunto in sua commemorazione, ricordasse ai figli suoi il sangue versato a salute comune, diveniva pretesto d'acerbe contese.


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Il Sacro Macello di Valtellina
di Cesare Cantł
Sonzogno
1885 pagine 160

   





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