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      E più il fiotto di questa s'ingrossa, più flagella gli argini dell'autorità: ma il sentimento rivela confusamente, l'intelligenza chiarisce, l'esperienza intìma che occorrono o la fede o la forza; attenuare le credenze è attenuare l'uomo, e sostituire all'imperio delle coscienze il despotismo dei decreti, e con comminatorie, e carceri, e soldati, e prestiti, e impiegati costringere a subire bestemmiando quel che prima portavasi con spontaneità o rassegnazione.
      Per verità, adesso, mentre la vita de' popoli si trasforma con tal fatica, da non lasciar tempo al pensiero, l'uomo si storna dalle idee elevate per strisciare fra le palpabili e giornaliere; e insaziabile di esaltazione e di godimenti, invanito dei progressi materiali, vilipende istituzioni che non si traducono in moneta o in piaceri. Per conseguenza all'eresia che dissente e nega, sottentrò quella che ignora e non distingue. Chi più oggi ha qualche esperienza della vita spirituale? chi disputa se sieno le opere o la fede che salva, e se Cristo nel sacramento si trova sostanzialmente o simbolicamente? Il dogma si considera non come essenza della religione, ma come spiegazione, chiesta dal raziocinio avido di essere chiarito su ciò che ognun sente, ponendo però sempre superiore alle credenze l'indipendenza dell'intelletto individuale. Sin pei buoni la fede è men tosto una qualità interna soprannaturale, che la regola esterna della vita; pur tacendo coloro che non solo eliminano dall'ordine naturale il soprasensibile, ma ne niegano la possibilità.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





Cristo