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      Rifuggendo dalla fraseologia di moda, che annichila la realità e confonde le immagini, e mette anche nel libro il tono superficiale ed evasivo del giornale, noi c'industrieremo di ritrarre gli uomini colle passioni, colle virtù, coi vizj loro, nè angeli nè demonj. All'urbanità che devonsi creature decadute e fallibili non mancheremo mai, sebbene non la speriamo da coloro che dall'infanzia abituaronsi a non vedere la verità che traverso ad occhiali comprati, e intitolare pregiudizio ciò che urta i pregiudizj loro.
      E fra questi pregiudizj è l'apporre a chi tratta materie religiose, le taccie d'ignoranza, d'illiberalità, d'intolleranza. La prima ben ci sta, e fu appunto per minorarla che faticammo tanti anni a raccoglier fatti e notizie, parte nuovi, parte dispersi in libri di difficile accesso; e invocammo i consigli di quelli, pochissimi in Italia, che prestano sussidio e consigli a chi studia.
      Se amiamo la libertà, lo dicano i nostri libri e la nostra vita, e il non averla rinnegata neppure negli schifosi trionfi di coloro, che la trascinarono al postribolo e al palco da ciarlatano.
      D'intolleranza non fummo imputati mai, neppure dai nemici, bensì del contrario; e l'affliggente spettacolo di ecclesiastici che portarono fino a classificare l'odio teologico, ci renderà attenti a serbar la dignità nostra rispettando quella degli avversarj, che la Chiesa c'insegna a considerare come fratelli in Cristo, e ci dà speranza di vederli qui in terra raccolti in un solo ovile, poi in cielo a contemplar con noi la luce nella luce, e conoscere tutte le verità nel centro loro, che è Colui che solo nè inganna, nè s'inganna.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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