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      Ecco la superiorità di diritto divino de' preti sopra i laici, ch'è negata dai Protestanti quasi non vi fosse altra distinzione fra la plebe credente e il governo della Chiesa, tranne quella di fatto e diritto meramente umano, che corre fra il popolo mandante e i suoi mandatarj. La superiorità della gerarchia sopra i fedeli somiglia alla superiorità de' padri sui figliuoli, che non dipende da delegazione di questi, ma si fonda s'un titolo anteriore, e da essi indipendente. I preti non sono costituiti dal popolo suoi mediatori appo Dio, ma sono costituiti da Dio suoi ministri sopra il popolo: l'autorità vien dall'alto al basso, non il contrario. È dunque fuor di ragione il sostenere che, chiunque conosce la verità, può annunziarla, senza bisogno di carattere o missione speciale.
      Ma gli acattolici dicono che i pastori della Chiesa perdettero la missione dacchè insegnarono l'errore. E qual tribunale sentenziò tal decadenza? e qual legge avea prefisso che, insegnando il falso, perderebbero il carattere e la podestà, e i popoli avrebbero diritto di rivoltarsi? Quei che li condannarono furono gli stessi che gli accusarono; ammessa la colpa, li dichiararono decaduti; agli spossessati surrogarono se stessi. Tre atti di eguale illegalità.
      Ed oggi stesso, ampliando que' precedenti, si sostiene che i sacerdoti sono semplici mandatarj del corpo de' fedeli; e che non ad essi, ma a tutto quel corpo fu demandato l'insegnare e governare; che il potere de' sacerdoti non essendo d'istituzione divina, non può obbligare i fedeli in coscienza; e quindi le loro decisioni non hanno vigore se non accettate dalla congregazione dei fedeli.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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