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      », e all'annunzio della buona novella rispondevano «Abbiam altro da fare»; oppure «Vi ascolteremo domani». Quella dottrina, che all'opinione, all'esitanza, al timore opponeva virtù ignote, la fede, la speranza, la carità: al panteismo filosofico e al popolare la personale spiritualità di Dio e l'individualità dell'uomo; alla disperazione la providenza; all'amor proprio la carità: che rivelava l'inesplorabile profondità della natura divina: che al gran mistero della vita porgea spiegazione in ciò che la precedette o che la seguirà: che rimettea la pietà del cuore nella religione dond'era partita: questa dottrina, esposta in omelie e catechismi, forme diverse d'una fede sola e d'una sola speranza, adattate alla capacità d'una plebe, bisognosa di ragione, d'industria, di benevolenza, rendea comune la cognizione delle attinenze dell'uomo con Dio per via del mediatore, i principj che importano all'ordine sociale, e la scienza che è essenziale, quella de' proprj doveri. Soddisfacendo ai bisogni intellettuali e morali, che la tirannide o le sventure reprimono non spengono, e sottraendo alla società la parte più eletta dell'uomo, asilo di Dio, responsale de' proprj atti, piantava la libertà vera, generata dalla cognizione della verità, dalla pratica della virtù, dalla fede in Colui pel quale regnano i re.
      Date le convinzioni, grandeggiano i caratteri; veggonsi fanciulli e donne soffrire e morire per render testimonianza alla più sublime delle cause, la verità; e gli Atti de' martiri sono il libro d'oro dell'umanità rinobilitata; della coscienza che ripulsa gli attentati della forza.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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