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      Mentre disputavano ne' concilj, dettavano nelle Università, maneggiavansi ne' congressi, tu li trovavi al focolare casalingo, senza rumore, senza apparato, in opere di misericordia, in oscuri sacrifizj, purificando i costumi, arrivando fino agli abissi della colpa o della virtù, rigenerando colla fede, colla carità, col dovere, coll'abnegazione. Questa suprema forma del sentimento cristiano tirava i Barbari a civiltà mediante il sentimento; l'umiliazione, la carità universale, l'eroismo di penitenza, divenivano esempj a gente calda d'ire e di concupiscenza; la intera sommessione a un capo, a una regola infondea la coscienza del diritto.
      La preghiera, che attestando la debolezza dell'uomo, è potente sino ad espugnare il cielo, e l'ardente confidenza negli effetti di essa, erano carattere del medioevo, quanto divengono incomprensibili all'età nostra, dacchè in tanti luoghi essa ammutolì. Tutti inoltre riconoscevano la solidarietà de' peccati e dell'espiazione, considerando la vita come un castigo, una prova, una preparazione; anche il peccatore domandava la preghiera, la domandava come un'elemosina, ed in ispecialità ai frati, potenza mediatrice presso Dio sdegnato.
      Tali ce li dà la storia: e per quanto esecri la verità, il secolo dee rassegnarsi a sentirlo ripetere da chi n'ha il coraggio. L'esservene sempre stati attesta come s'annettano strettamente colla Chiesa, benchè non essenziali ad essa. In fatti, chiunque volle intaccarla cominciò sempre dallo screditare questa sua milizia, che rappresenta la guerra che l'ideale fa al reale.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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