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      Non sono essenziali alla religione, dicono. Verissimo; ma è uno de' sofismi più usitati e più speciosi il rispondere alle objezioni con una proposizione vera in sè, ma che non ha a fare con quella di cui si tratta; stornando così l'attenzione, e mettendo per conclusione quel che è soltanto un divagamento. Verissimo; non sono essenziali, ma neppur lo sono e la chiesa e la predica, e tant'altre cerimonie, introdotte in una religione di spirito e di verità: ma forse alla società civile sono indispensabili i re, gli eserciti, le monete, anzi nè tampoco il vestire? Non sono essenziali alla Chiesa, perchè nessuna cosa contingente è essenziale a ciò che è eterno; ma son necessarj a mantenere l'alito ecclesiastico.
      Più accortamente si dice che poterono esser buoni un tempo, ma perdettero opportunità. I frati son pianta repubblicana, e per intendere san Francesco ci vuole il popolo, non società principesche e costumi cortigiani e pensare aristocratico quali oggidì, nè l'abdicazione dell'attività, della volontà, delle opinioni di ciascuno in man d'un governo o d'un giornalista: ci vorrebbe quell'Italia alla vecchia, tutta democrazia, e forze distinte, e fede, e municipj. Il materialismo d'oggi che ha mai a vedere in questi sacrifizj di spirito, fatti in vista di premj che non sono denari, nè godimenti? Eppure anche tra le beatitudini odierne, tra questo ammirato incremento dell'industria e degli interessi materiali, il cuore ha de' bisogni che non restano appagati dal teatro, dalla borsa, dal telegrafo; anela a qualcosa di più alto e più grande, che i padri nostri chiamavano Dio.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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