Pagina (71/608)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Allora la libertà intendevasi in un senso molto più pieno e positivo, e questa lotta del sacerdozio coll'impero, delle usurpazioni dei governi colle naturali libertà, generò l'idea moderna dello Stato. Se fonte del potere è Dio, e Dio è rappresentato in terra dal papa, questo è superiore ai re. Se la società corrotta non può rigenerarsi che dalla Chiesa, è necessario che questa sovrasti ai troni. E come superiore, già Gregorio VII provedeva agli interessi anche temporali dei popoli; agli uni vietava il trafficare di schiavi, ad altri rinfacciava i vizj, scomunicava re contumaci; obbligò altri a continuar alla Chiesa l'omaggio con cui i predecessori ne aveano compensata la tutela; volea ridurre uomini quei che i baroni teneano schiavi; tanto più efficace perchè nulla faceva per vantaggio o ambizione sua personale, e sempre irremovibile come chi s'appoggia a dettati che non ammettono dubbio e non consentono paure.
      Da ciò quel che i moderni, inneggiatori d'un imperatore che insultò ad un papa supplichevole, rinfacciano come la maggior tracotanza: il rappresentante dei diritti del popolo e della morale, che umilia un tiranno depravato. L'imperatore Enrico IV, oltre le turpitudini personali, avea violato la costituzione giurata ai Sassoni. Questi ne portarono reclamo al papa, e il papa ne ammonì ripetutamente Enrico. E perchè questi promise e mancò, citollo a Roma onde giustificarsi, altrimenti lo dichiarava decaduto, e scioglieva i popoli dall'obbedirlo (1076). Oggigiorno in simili emergenti si fan rivoluzioni, barricate, sangue; allora i re erano eletti colla sottintesa condizione che regnavano perchè meritevoli, cioè conforme a una moralità, che non era diversa per essi che per tutti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





Stato Dio Dio Chiesa Gregorio VII Chiesa Enrico IV Sassoni Enrico Roma