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      Il cristianesimo, dettando precetti morali purissimi in contraddizione all'indole e allo stato di quella società, e con istituzioni robuste ingiungendone l'osservanza, produceva quelle posizioni tanto strane, e que' contrasti tanto drammatici; ordine ed anarchia, santità e scostumatezza, carità e ferocia, nobilissimi concetti attuati selvaggiamente, come nelle crociate; insomma la barbarie temperata dal cristianesimo, e il cristianesimo contaminato dalla barbarie.
      La moltitudine vivacchiava senza riflettervi; i più si sgomentavano o sbalordivano, ma altri ragionavano: e troppo scostansi dal vero coloro, i quali figurano che nessun dubbio siasi elevato contro la fede, dal perire del razionalismo antico fin al mostrarsi del moderno. Già nel xiii secolo, parlando di Federico II, trovammo il pensiero incredulo, che ripudia il fondamento stesso dei dogmi, e crede tutte le religioni sieno invenzioni umane, e l'una valga l'altra; donde l'indifferenza e il naturalismo, derivanti dalla scienza araba, ed espressi nel libro dei Tre Impostori.
      Pietro Valdo, mercante di Lione, verso il 1180, venduti gli averi suoi, predicò che la Chiesa aveva traviato, e bisognava richiamarla alla semplicità evangelica, sbandendo il lusso del culto, la ricchezza de' preti, la potenza temporale de' papi. I suoi seguaci si dissero Poveri di Lione o Catari, cioè puri, e tanto erano persuasi di tener tutto quanto tiene la Chiesa cattolica77, e di non uscire dal vero, che chiesero al pontefice la permissione di predicare78: ma bentosto negarono l'autorità del papa, e dietro a ciò altri dogmi cardinali, e pretesero libera anche ai laici la predicazione.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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