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      A quarantun anno si propose, coi materiali sparsi della scienza, coordinare in sistema compiuto la teologia e la filosofia, compendiando in un volume i conflitti che da dodici secoli la Chiesa sosteneva intorno ai cardini della fede, e quanto aveano insegnato, approvato, riprovato i Padri, i dottori, i papi, i concilj, in maestosa sintesi tendendo a riprodurre l'ordine assoluto delle cose. Dio uno, la Trinità, la creazione, le leggi del mondo, l'uomo e l'angelo, la natura e la grazia; e opporre la verità agli errori moltiformi del Corano99, del Talmud, del manicheismo. All'ispirazione ed elevazione dei primi Padri non assurge egli, ma fedele al sillogismo, porge formole dotte e profonde distinzioni. Vastissimo il concetto generale, finissime le particolarità; non c'è massima nella Scrittura e nella tradizione, non idea nella coscienza, non errore nelle menti ch'egli non abbia discusso, sopra ciascuno recando le opinioni antiche e moderne, vere e false, la tesi e l'antitesi; e con un buon senso calmo, imparziale, senza sistematiche esclusioni, adottando tutto ciò ch'è vero, approvando tutto ciò ch'è buono. Mentre d'Aristotele repudia la metafisica, ne adopra la dialettica e il potente argomentare sillogistico, tanto opportuno a dissipare il sofisma.
      Ecco con qual metodo procede. Enuncia, per lo più in forma di quistione, il teorema che intende dimostrare; poi espone e sillogizza tutte le opposizioni filosofiche con tal franchezza e lealtà, che poterono da lui attingere eresie ed objezioni quanti ebbero la mala fede di sopprimere le risposte.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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