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      Noi avremo a riparlarne quand'essa diventerà un organo importante delle società nuove: intanto avvertiamo come oggi di nuovo si risveglino quelle antiche dottrine a proclamare la comunanza de' possessi, l'abolizione della proprietà e dell'organamento civile: e la società costituita arma tre milioni d'uomini in Europa contro siffatte teoriche, le quali allora denominavansi eresie. Domandiamo se ciò deva qualificarsi intolleranza; e se il secolo che così adopera possa maledire a quelli che fecero altrettanto: e non comprendere che l'odierna libertà della bestemmia non potè acquistarsi che coll'introdurre altre feroci repressioni, eserciti innumerevoli, tirannesche Polizie.
      L'intolleranza è per avventura inseparabile dalle profonde credenze; e la fede suppone l'esclusione di ciò che da essa differisce. Quando poi la fede è considerata come il necessario legame fra i cittadini, chi la intacca lede la società. L'Inquisizione proferì la pena di morte: ma la proferiscono anche i nostri giurati. Le pene odierne sono destinate a far rispettare istituzioni stabilite: e così era per quelle dell'Inquisizione, verso istituzioni che la coscienza avea consacrate, e che difendeansi pel diritto che alla società non si negò giammai. Forse la repressione ci desta fremito perchè il delitto era religioso? Ma il diritto positivo è meramente convenzionale; la sua autorità dipende dalla confidenza che ispira. Oggi si puniscono colpe differenti; ma ciò prova solo che gl'interessi sociali non sono sempre identici: quelli d'oggi hanno il vantaggio d'esser attuali; quelli d'allora lo svantaggio d'esser passati.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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