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      Il cristianesimo che diede il concetto del Dio personale, e nel culto sostituì le idee alle passioni e ai loro emblemi fisici, non restò però sempre immune dagli eccessi del misticismo, e la religione di Budda v'influì forse ne' suoi primordj, e viepiù nelle crociate, in tempo delle quali sorgono e i Templari e san Francesco136, nel quale si riscontrano tante somiglianze coi pii solitarj dell'India, nobilitate è vero da un amore disinteressato e operoso.
      E mistici ebbe in ogni tempo il cattolicismo, ma all'età appunto delle137 crociate si segnalò sopra tutti Gioachimo da Cosenza in Calabria. Educato alla corte di Ruggero duca di Puglia, pellegrinato in Terrasanta, ivi passò un'intera quaresima fra gli anacoreti del Monte Tabor, con fervorosissima pietà. Rimpatriato (1183), si vestì cistercense nel monastero di Corazzo, poi ottenne dispensa dall'uffizio per poter darsi tutto alla meditazione della Bibbia, e ad istanza dei papi scrisse varie opere teologiche. Aspirando a maggior rigore di vita, a Flora, fra l'Albula e il Neto nei recessi della Sila, fondò una celebre badia, alla quale diede una regola più austera, approvata da Celestino IV, ed estesa a molti conventi. Udendo da lontano le vicende del mondo, intendendole e spiegandole a suo modo e coll'esaltazione causata dal digiuno e dalle discipline, esponeva concetti profetici nel tono dell'Apocalissi, i quali erano raccolti dal monaco Ranieri, unico suo compagno, e in forma di salmi erano mandati pel mondo, accolti coll'avidità, onde ne' momenti critici si aspira a prevedere una decisione138. Per queste profezie, che san Tommaso comprendea derivar piuttosto da acuto discernimento che da lume soprannaturale, fu venerato e creduto; Riccardo Cuor di leone, movendo per la crociata, andò a consultarlo; Costanza imperatrice volle confessarsi da lui; persin Federico II colmò di beni la sua badia, dove visse sino al 1201. Fu censurato dal concilio lateranese del 1215 per alcune opinioni sulla Trinità in opposizione a Pietro Lombardo139, ma egli avea chiesto un esame di tutti i suoi scritti, e dichiarò ritrattare quanto se ne disapprovasse.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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