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      A papa Celestino V, che inclinava al viver cenobitico, mandarono Liberato e Pietro da Macerata, chiedendogli licenza di vivere con tutto il rigore e dove volessero senza contraddizione, ed esso gli autorizzò a costituirsi in nuova congregazione, detta degli Eremiti Celestini. Poi riconosciuti per esagerati, presero abito e capi particolari, quali Pietro da Macerata e Pietro da Fossombrone, cui s'unì il rifiuto di tutti i conventi: e massime per la diocesi di Pisa e tra i monti del Vecchiano e di Calci, seguivano vita rigorosissima, alla Chiesa visibile, ricca, carnale, peccaminosa, contrapponendone una frugale, povera, virtuosa; e dicendo che neppure il papa potrebbe concedere ai Francescani di possedere granajo e cantina143. Seguirono quelle dottrine Corrado da Offida, Pietro da Monticolo, Tommaso da Treviso, Corrado da Spoleto.
      Tali quistioni insinuarono ne' Minoriti uno spirito di sottigliezza, contrario all'intento tutto pratico del loro fondatore; e ne pullulavano altre quistioni, a dir poco, oziose: se la regola astringesse sotto pena di peccato mortale o soltanto veniale; se obbligasse ai consigli del vangelo quanto ai precetti; se alle ammonizioni quanto ai comandi: dal che facilmente si passò a sofisticare sul decalogo e sul vangelo; ed oltre la disputa sempre accesa sull'immacolata concezione di Maria, un'altra ne ebbero coi Domenicani, se il sangue di Cristo, uscito nella passione, restasse non per tanto ipostaticamente unito al Verbo.
      Il papa aveva concesso ai Francescani conventuali di possedere; ed ecco i Fraticelli negano ch'esso abbia diritto di interpretare la regola di san Francesco, e che il vero sacerdozio essi soli possedevano; ad essi l'autorità di sciogliere e legare, e d'impor le mani per infondere lo Spirito Santo; Dio solo doversi venerare; la preghiera esser più efficace quando facciasi in assoluta nudità; condannavano il lavorar per vivere, prendendo per fondamento la libertà dello spirito, diceano, unito questo a Dio, non si può più peccare, come neppur crescere nelle virtù: le quali massime conduceano al quietismo.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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