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      Forse che questa era dell'essenza sua? No, nè mai i romanisti lo asserirono: ma lo svolgimento della società la portava; come l'ignoranza comune e la comune barbarie portarono i pontefici a capo del civile organamento, per la gran legge che attribuisce il governo ai migliori. Qual vantaggio non fu quello di erigere, in mezzo alle potenze armate, una che potesse obbligare senz'armi ad osservare la giustizia, rispettare il matrimonio, mantenere i patti conchiusi coi popoli! Ciò faceasi senz'armi, quasi senza possessi, perchè si credeva, e la coscienza reggeva il mondo; mentre nell'età moderna, ridotta ogni cosa alla materialità degli Stati forti, della coscrizione, dei tributi, l'autorità pontifizia fu pur essa ridotta a ricoverare la sua indipendenza dietro a un trono materiale, ad un esercito, al riconoscimento degli altri Stati. Deporre i re perfidianti, sciogliere i popoli dalla fedeltà verso il principe infedele, erano la vera e solida costituzione d'allora; diritti che oggi si trasferirono alle società segrete e alla ribellione155. Se queste non ne abusarono, imputino la Corte pontificia d'averne abusato. Certo è bene che coll'eccesso spuntò ella medesima le sue armi. Gli avversarj ben s'avvidero che il mezzo di scassinare quell'autorità morale era lo scemarle il rispetto, e a ciò contribuirono grandemente i Fraticelli, persone popolarissime, diffuse tra la plebe, in grand'aspetto di moralità, di povertà, di mortificazioni, e che poteano ripetere: «Ecco come ci maledice una Corte ricca, disonesta, gaudente».


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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