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      Come sposo della Chiesa universale, tiene immediata giurisdizione sopra le singole diocesi. Al papa devono obbedienza Cristiani, Ebrei e Gentili; egli, e non i vescovi, può scomunicare; egli punire i tiranni e gli eretici anche con pene temporali; di là della tomba estende il potere per via delle indulgenze. Potrebbe scegliere di qualsiasi193 paese l'imperatore, senza ministero degli elettori, o renderlo ereditario: l'eletto dev'essere da lui confermato e professarsegli ligio, e può da lui essere deposto: tutti i re sono tenuti obbedire al pontefice, dal quale traggono la potestà temporale: a lui può appellarsi chiunque si sente gravato dal principe: e i principi egli può correggere per peccati pubblici, deporli anche, istituire un re di qualsiasi regno: gli imperadori non donarono il dominio ai papi, ma lo restituirono: Gesù Cristo dicendo che il suo regno non è di questo mondo, intendeva del mondo vecchio, non del rigenerato: il potere temporale deve stare unito allo spirituale perchè l'uno serve di mezzo all'altro: rendere a Cesare ciò ch'è di Cesare vuol dire permettere che l'imperatore eserciti la giurisdizione, sempre in dipendenza dal papa: quanto alla povertà, Gesù Cristo possedea vesti, viveri, denaro, con cui pagava il tributo194.
      Così procedendo, non c'è atto, non c'è abuso che non giustifichi.
      L'esagerazione è sintomo di autorità minacciata; ma realmente declinava ne' popoli lo spirito di soggezione. Di intromettersi nelle cose ecclesiastiche avea troppi pretesti l'autorità secolare, quando la santa sede, fatta ligia ai re, non valeva a frenare la corruzione fastosa de' prelati, i quali sotto la stola mantenevano le abitudini dell'educazione secolaresca e il lusso sfrenato delle famiglie signorili.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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