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      Il suo ritratto restò sull'altare di San Pier Maggiore, in atto d'adorar la Madonna in un quadro, dipinto da Sandro Botticelli, ma invenzione d'esso Palmieri, che rappresentava l'Assunta, con zone d'angioletti che le facean corona. Sparsesi strane voci sul libro di lui, e accolte colla leggerezza che suole il pubblico, si credette scorgere eresia anche nel quadro; ognuno vi riscontrò quel che più voleva; tanto che gli ecclesiastici dovettero coprir quella tela, finchè, passato il bollore, la restituirono alla venerazione.
      Nicoletto Vernia da Padova propagò altrove l'unità dell'intelletto con tal calore, che diceasi l'avesse persuaso a tutta Italia236. Pietro Barozzi, vescovo di Padova, seppe indurlo a fare un libro (1499), ove disdicendo quel che avea sostenuto per trent'anni, dimostra tante essere le anime quanti i corpi, e conchiude col preferir il titolo di canonico a quello di soprafilosofo.
      Fu suo scolaro Agostino Nifo calabrese, che sosteneva (De intellectu et dæmonibus, 1492), non esservi altra sostanza separata dalla materia se non le intelligenze che muovono i cieli; un'anima sola ed un'intelligenza sparsa nell'universo, vivifica e modifica gli esseri a sua voglia. Lo confutarono i monaci, e mal gli sarebbe avvenuto se esso vescovo di Padova non lo avesse scampato e indotto a modificar l'opera sua, come modificò l'insegnamento. Pure Leone X il favorì, lo fece conte palatino, e pagollo affinchè, contro il Pomponazio (1518), mostrasse che Aristotele sostiene l'immortalità dell'anima.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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