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      Dio è sempre coi forti; e a chi ha dà ancora; a chi ha poco, toglie anche quello che ha. È sventura che alla religione feroce antica, coi gladiatori, col culto degli eroi, coll'apoteosi de' conquistatori, e che mescolava le battaglie colle preghiere, il sangue colle feste, sia succeduta questa, tutta umiltà ed abjezione251, negligente dei proprj interessi; e se può sperarsi alcun bene all'umanità consiste nel rivolgimento delle sfere, che potranno far rinascere qualche culto simile all'antico.
      Roma egli ammira per «la potenza delle esecuzioni sue», perchè conquistò tanti popoli, e per guerra o per frodi rapì ad essi ricchezze, leggi, libertà, indipendenza. Le crociate sono un mero scaltrimento di Urbano II; di frà Savonarola era stato entusiasta in gioventù, ma come ne vide la politica fallire, dovette credere non potesse riuscire se non la frodosa o violenta, scurante di ciò che sta sopra il tetto. Del maestro non ritenne più che l'amor della patria, e questa volea vedere forte e unita: «sian pur iniqui i mezzi, ma son passeggeri, e ne seguiranno il dominio supremo della legge, l'eguaglianza e la libertà di tutti, e si farà della cittadinanza un medesimo corpo, ove tutti riconoscano un solo sovrano»252.
      Adoratore della forza, e da quella sola sperando l'aquietamento delle fazioni, il Machiavelli fantasticava una monarchia italiana. Non già ch'egli pensasse mai a un signore, il quale soggiogasse le fiorentissime repubbliche di Venezia, di Genova, di Lucca, nè tanto meno Roma; ma un principe robusto che imponesse la sua politica a tutte.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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