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      Sempre poi conchiudevasi coll'accattare: e uno diceva: «Voi mi chiedete, fratelli carissimi, come si vada in paradiso. Le campane del monastero ve l'insegnano col loro suono: dan-do, dan-do, dan-do».
      Il vizio non era nuovo, che già avea tonato l'Alighieri:
     
      Ora si va con motti e con iscedeA predicare; e pur che ben si rida,
      Gonfia il cappuccio, e più non si richiede.
     
      I quali versi commentando, Benvenuto da Imola adduce alquante scempiaggini di Andrea vescovo di Firenze, che mostrava dal pulpito un granello di seme, poi si traeva di sotto la tonaca una grossissima rapa, e diceva: «Ecco quanto è mirabile la potenza di Dio, che da sì picciol grano trae sì gran frutto». Poi: O domini et dominæ, sit vobis raccomandata monna Tessa cognata mea, quæ vadit Romam; nam in veritate, si fuit per tempus ullum satis vaga et placibilis, nunc est bene emendata; ideo vadit ad indulgentiam269.
      A dir vero, questi modi, se men dignitosi, erano più efficaci che non le esanimi generalità, le perifrasi schizzinose, e i consigli senza coraggio dei secoli d'oro. Ma se a persone semplici e credenti recavano edificazione, se doveva poi con sciagurata efficacia imitarli Lutero, nel nascere della critica e della negazione davano appiglio ad accuse, alla loro volta esagerate. Della tecnica compagine stomacavansi gli schizzinosi letterati, e il Bembo, chiesto perchè non andasse a predica, rispose: «Che ci ho a veder io? Mai altro non s'ode che garrire il dottore Sottile contro il dottore Angelico, poi venirsene Aristotele per terzo e terminare la quistione proposta»270.]


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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