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      Pure udiamo lamentare che molti imprimano opere, contenenti errori e dogmi perniciosi, e ingiurie a persone anche elevate in dignità; di modo che i libri, invece di edificare, guastano e la fede e i costumi. Affine dunque che un'arte felicemente trovata a gloria di Dio, a incremento della fede ed a propagazione delle scienze utili, non divenga pietra d'inciampo ai fedeli, e volendo che essa prosperi tanto più, quanto più vigilanza vi si apporterà, stabiliamo che nessuna opera si pubblichi se prima non sia riveduta dal maestro del sacro palazzo o dai vescovi, che vi metteranno la propria firma gratuitamente e senza indugio». Erano ripari che una barbarie mascherata doveva poi spezzare, per lasciar le verità più venerabili come i diritti più sacri in balìa alle codarde speculazioni d'una ciurma vilissima, sicchè un pontefice dovesse esclamare: «Siam compresi d'orrore nel vedere da quali mostruose dottrine, anzi da quali portentosi errori ci troviamo inondati per quel diluvio di libri, d'opuscoli, di ogni genere scritti, la cui deplorabile eruzione sparse l'abominazione sulla faccia della terra»322.
      Intanto Leone X a Bologna (1515) con Francesco I conchiudeva un concordato, che derogava molti privilegi che la Corte francese pretendeva nelle elezioni de' prelati secondo la prammatica sanzione; concordato che, come nuovo trionfo della Chiesa romana, subito venne approvato dal concilio Lateranese.
      Parve dunque avere questo ottenuto il suo intento, difatto lo scisma, regolata l'obbedienza della Francia, promosse molte riforme, talchè si sciolse il 16 marzo 1517. Ma il cardinale De Vio generale de' Domenicani sentiva il turbine in aria, onde insisteva perchè i prelati non si separassero.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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