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      Quando fu ordinato prete a Erfurt, diede la solita promessa di vivere e morire nel seno della santa Chiesa cattolica e obbedirla come madre, e nel celebrare la prima messa talmente si sentì compreso da quei misteri, che côlto da un tremito universale, a stento terminò.
      Presto venuto in fama di abile teologo e predicante, fu messo professore di teologia alla recente università di Wittenberg, e delle arguzie di Erasmo contro il papa indignavasi a segno, che diceva, recherebbe egli stesso le fascine per bruciarlo. Ma l'orgoglio del proprio sapere e l'idolatria di se stesso lo invade: e spedito di qua dell'Alpi, non ci porta affetto ed entusiasmo, bensì dispetto, opposizione, censura. In Lombardia trova dapertutto «ospedali ben fabbricati, ben provisti, con buona dieta, servigiali attenti, medici esperti, letti e biancherie pulite, l'interno degli edifizj ornato a pitture; appena un malato v'è condotto, gli si tolgono gli abiti, tenendone nota per restituirli; è vestito d'un palandrano bianco, messo in un buon letto; gli si menano due medici; gli spedalinghi dangli a mangiare e bere in vetri limpidi, che toccano appena colle dita. Poi signore e matrone onorevoli vengono per servire i poveri, velate di modo che non si sa chi sieno. A Firenze vede ricoveri, ove i gettatelli sono nutriti che meglio non si potrebbe, allevati, istruiti, tutti in abito uniforme. Dapertutto poi eccellenti i collegi, quanto erano male condotti altrove372. Ma l'anima sua, sprovvista d'amore come d'umiltà, nulla comprende alla poesia del nostro cielo, delle nostre arti, della nostra storia.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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