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      Se la fede è non solo un dono gratuito, ma una specie di forza che costringe l'assenso, mentre l'uomo, corrotto radicalmente, è incapace di ogni libertà, fino quella di desiderare e scegliere il bene, egli non coopera a un atto di fede, e la Grazia opera in esso non solo avanti, ma senza della libertà; laonde fede e libertà si escludono. Pe' Cattolici invece il libero arbitrio suppone la facoltà non di meritare la Grazia divina, ma di assentirvi o no, sicchè l'atto di fede è un atto di volontà: credere in voluntate credentium consistit, dice san Tommaso: si conoscono grazie che provocano, che eccitano, che attraggono la libertà, ma nessuna che la costringa o la sopprima.
      Colla giustificazione al modo di Lutero, cioè se l'uomo diviene giusto pei soli meriti di Cristo, a lui applicati per mezzo della fede, è tolto via tutto quanto s'interpone fra Cristo giustificatore e il fedele giustificato; cioè tutta l'azione intermedia della Chiesa sull'uomo. Per tal modo, dalla negazione della libertà metafisica egli deduce la libertà ecclesiastica.
      Se ogni uomo è guidato da Dio, che bisogno ha più d'autorità umana? Che bisogno di espiazione se i fedeli divengono di colpo perfetti mediante i meriti di Cristo? Basta eccitare la fede mediante la predicazione del vangelo; se i Cristiani credono, eccoli santi; se no, vanno perduti senza avere subìto la noja di confessioni, di digiuni, di scomuniche. Il culto esterno è inutile, bastando la fiducia in Dio; sicchè ogni Cristiano è sacerdote, e la gerarchia fu costituita solo per ambizione d'alcuni, per ignoranza servile dei più, a scapito della libertà dei figliuoli di Dio.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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