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      Ma si ha da questo a indurre che la lettura della Bibbia abbia a diffondersi tra il vulgo?
      I Protestanti, per togliere importanza al clero, proclamarono il diritto che ha ciascuno d'interpretarla; e asserirono che essa è facile, accessibile a tutti. E così? Ma tutto fra noi è autorità e tradizione, cominciando dal parlare, col quale riceviamo un'infinità di idee e di giudizj. Persino le verità fondamentali di fisica, di matematica, di giurisprudenza, di medicina pochi le attinsero alle prime sorgenti: e la pluralità non trae la scienza che dalla asserzione altrui. Che sarà poi d'una storia che in poche pagine compendia gli avvenimenti di quattromila anni, che espone l'origine e la destinazione del mondo e dell'uomo, le profezie e il loro adempimento, le costumanze pastorali e lo sfarzo delle reggie, la predica dell'apostolo, la disputa del dottore, le sentenze del savio, l'osanna della vittoria e il gemito della schiavitù? Un libro scritto la più parte in una lingua conosciuta da pochi, fedeli a una religione caduta; in uno stile che va dal più semplice racconto fin alla più sublime lirica; collo spirito di lontanissimi tempi e di civiltà diversissima, con allusioni, idiotismi, sarà egli spiegabile da qualunque lettore?
      La verità divina v'è espressa coll'umano linguaggio e però con tutte le condizioni dell'umano linguaggio, e però con tutte le condizioni di questo, coll'arte dello scrivente, le figure, l'iperbole; ora s'annunzia col mistero, ora per allusione e parabola; dirigesi all'immaginazione, al cuore, alla coscienza, non soltanto all'intelletto, a convincere il quale potrebbe dare una formola più precisa.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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