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      Ma la Chiesa destina un interprete, se stessa, o vogliasi dire ispirata continuamente, o vogliasi infallibile custode della primitiva tradizione, che non dimenticò, nè falsò giammai.
      Perocchè la Chiesa è anteriore al vangelo, avendola Cristo fondata, e istituito i sacramenti, dato i precetti, fissato la gerarchia, insegnato l'orazione, prima che tutto ciò fosse scritto. E agli apostoli non disse, «Eccovi il libro che dev'essere norma del vostro credere: questo mandate attorno»: bensì «Andate e predicate a tutti». La Chiesa dunque, incarnazione permanente e continuazione dell'Uom Dio, ha certezza immediata de' suoi insegnamenti: e ne' primi Concilj non allegò verun passo scritturale in appoggio delle sue decisioni, giacchè esponeva le verità ricevute immediatamente dalla bocca di Cristo, il quale «sarà con essa fino alla consumazione de' secoli».
      V'è di più: non ogni cosa fu scritta nel Testamento; san Giovanni professa aperto essere innumerevoli i fatti che non pose nel suo vangelo: san Paolo ripete nelle epistole d'avere parlato come ad uomini carnali, e sottratto un cibo di cui non erano peranco capaci415. V'è dunque una tradizione orale, di cui è parimenti depositaria la Chiesa, e che viepiù le conferma l'autorità di unica interprete de' libri santi.
      Questo titolo però non implica quel che i Protestanti asseriscono, che fra i Cattolici non rimanga campo all'esegesi, e anzichè confondere la fede colla disciplina, le opinioni d'un teologo col dogma, bisogna discernere la fede dalla teologia, che è scienza umana, e non ha promesse d'infallibilità. La Chiesa espone le sue decisioni sul dogma e la morale, non altro: nè si cura dell'interpretazione filologica delle parole e de' versetti singoli, delle particolarità archeologiche, dell'ordine cronologico, del perchè san Giovanni, abbia pubblicato il suo vangelo, o san Paolo indirizzato un'epistola anche ai Romani, nè chi sia l'autore del libro di Giobbe, di che patria, di che tempo, a quale scopo: nè tante altre quistioni, palestra scientifica.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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