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      Sul più basso, Calvino distribuiva il pane benedetto, e pronunziava: «Questa è la figura del mio corpo». Nel successivo, Lutero nell'atto medesimo, diceva: «Questo contiene il mio corpo». Di sopra era il Salvatore che, comunicando i suoi apostoli, diceva: «Questo è il corpo mio».
      Vi sottopose la domanda: «A quale dei tre crederemo?» Il quadro piacque, e dicono che molti convertisse; forse impedì si pervertissero.
     
     
     
      DISCORSO XVII
     
      L'APOLOGIA CATTOLICA. CONSEGUENZE DELLA RIFORMA
     
     
     
      Continuando queste nostre escursioni, ci fermiamo un tratto per ripetere che non intendiamo farne un soggetto o un'occasione di polemica; eppure miriamo a combattere una grand'eresia de' giorni nostri, coll'ostinarci alla storia, all'accertamento de' fatti: eresia intendiamo non tanto in senso religioso, quanto nel senso che v'attaccavano i giureconsulti delle età passate.
      E in vero già lo Spinosa avea stabilito «Ciò che la mia ragione non comprende, non può essere avvenuto»: i filosofi dell'età nostra si spinsero più avanti dicendo: «Ciò che la mia ragione comprende come possibile, deve essere». È la formola dell'uomo che crea tutto; è la conseguenza della critica della ragion pura, dopo la quale tutta la metafisica del panteismo piantasi sopra la teoria che tutto esiste nell'uomo e per l'uomo, nella ragione e per la ragione.
      Anche la storia dunque non sarà il racconto di quel che fu; bensì di quel che la ragione riesce a trovare; e ne nasceranno quelle tante mostruosità, che la superbia letteraria e la goffaggine governativa oggi moltiplicano anche in Italia col titolo di filosofia della storia.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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