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      Di rimpatto, sbigottiti fino di quell'esame, il cui bisogno eleva e ingrandisce l'anima, ma che può inebriare nell'orgoglio del senso individuale, i pii cattolici inculcavano che una religione scandagliata e analizzata cessa di essere fede, e si lamentavano di vedere chiamate a scrutinio le cose che devono guardarsi con umile meraviglia, e che Iddio per occulti giudizj sottrasse all'uomo, ingiungendogli «Credi e adora».
      Pertanto si rinserravano nel credo vecchio: pensavano vincere il nemico col negarlo; o, se il dovere li conducesse a combatterlo, com'avveniva degli ecclesiastici, usavano argomenti di senso comune. E dicevano a' loro avversarj: «O voi, che volete mostrarci in errore; non siete uomini voi pure? non siete voi pure all'errore soggetti? La462 protesta è sempre posteriore alla verità ch'essa impugna. Noi seguitiamo la tradizione di persone pie, e più vicine al tempo del Redentore: voi nasceste jeri. Noi ci atteniamo ad un'autorità di origine divina, al sentimento costante del genere umano: voi surrogate la più fredda delle umane doti, la ragione; il più variabile appoggio, la particolare persuasione. Voi ci apponete che santo abbiamo il precetto, cattivi i ministri; noi vorremmo poter supporre che i vostri predicanti siano migliori delle dottrine predicate. Eccoli annunziarci l'amor di Dio e del prossimo: eppure da voi nascono la scissura e la desolazione delle case e della patria. E che? l'augusto sacramento, di cui Cristo volle fare un simbolo di pace e di concordia, e che, assunto in sua commemorazione ricordasse ai figli suoi il sangue versato a salute comune, diviene pretesto d'acerbe contese: e sembra che ciascuna parte siasi proposto di mostrare colla condotta meno evangelica di possedere il vero vangelo.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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