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      La polemica e l'apologia assumeranno sempre caratteri diversi ed evoluzioni conformi alle aspirazioni del tempo; altrimenti mancherebbe alla Chiesa viva quel progresso di lume e di certezza, che sempre i Padri e i fedeli domandarono464. Ogni nuovo errore è una nuova riflessione, ed esige scienza nuova, sicchè non bastano i vecchi metodi; le idee non si cangiano che nel complesso e per sistema, nè si può persuadere un altro se non facendogli accettare una delle proprie conseguenze.
      Scarsi d'iniziativa, di larghezza, di sintesi, sopratutto di vivacità, con un futile armeggio di sillogistica discutendo i singoli punti, vedeano tutto da quell'aspetto solo, che nulla prova a quei che guardano da un differente; filavano sillogismi, di cui era impugnata la maggiore; davano come concesso dagli avversarj ciò che deve essere sentito solo da chi crede come loro, e parea non propendessero che a raddormentar nella tradizione. Durava poi il gergo tecnico, argomentazioni opponendo ad argomentazioni col metodo geometrico, il cui apparente rigore stanca lo spirito senza sostenerlo; sicchè i teologi sprezzavano i letterati come gente da frasi, ed erano sprezzati da questi come pedestri scolastici. Il sant'uomo Gregorio Cortese da Modena, dapoi cardinale, deplora la scurrile polemica allora usitata, mentre d'una savia e dotta egli porgeva ottimo modello465: e Melchior Cano domenicano spagnuolo (-1560), i cui Loci son la più bella introduzione alla dogmatica, accusava i nostri di adoprare contra i nemici non armi di buona tempra, ma arundines longas.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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