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      La vera eresia di Lutero consisteva nell'impugnare l'autorità, rompere l'unificazione su cui è fondata l'indefettibilità della Chiesa, disperdere quelli congregati attorno all'unica mensa, col dare all'uomo la superbia di pensare da sè, e invece dell'umile acquiescenza alle definizioni dogmatiche e disciplinari della Chiesa, volere la comparazione tra l'infallibilità del vicario di Cristo, e la corruzione del papa figlio d'Adamo. I nostri avrebbero dunque dovuto insistere nel consolidare l'autorità della Chiesa, che conserva i comandamenti, le dottrine, i sacramenti, cioè le regole della verità e i mezzi della virtù. Ma non basta cogliere alcuni barlumi del vero, bisogna seguirlo fermamente in tutto il labirinto, coordinarne le parti, mostrarne l'insieme e la filiazione, evitare ogni soluzione di continuità, convincere che tale teoria è una dimostrazione, che con essa tutto si spiega, e niente v'è ad opporle. Religione inventata da uomini è un'assurdità: non può essere tale se non data da Dio: e come tale non può venire messa in discussione; ove compare il dubbio scomparisce la fede.
      E appunto i gran savj c'insegnavano che la Chiesa è società d'anime legate innanzi a Dio da identiche credenze: e che, rappresentando la natura umana prima del peccato, decide tra le contenzioni, senza lasciare luogo a negare le sue asserzioni; mentre gli uomini, incapaci di qualificare gli errori, vacillano nella libera discussione. Chi dunque dice Chiesa, intende permanenza delle verità di fede; chi dice cattolica, intende unione di persone, che sopra esse verità ritengono quel che si ritenne sempre, da tutti, dapertutto.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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