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      Già s'avea luoghi dedicati a un dio speciale; divinità invocate per certe malattie, per certi eventi, o scelte a patrocinio di alcuni mestieri o professioni; si faceano voti e pellegrinaggi: si usava l'acqua lustrale; si feriava in certi tempi, appunto come fa il cristiano. Che importa? il fedele, quand'anche nol professi dottrinalmente, pone il debito divario fra Dio e i santi suoi; non riconosce in questi se non speciali intercessori, quasi l'uomo, sentendosi indegno di avvicinarsi immediatamente al trono supremo anche dopochè gliene aprì l'accesso il Cristo, interponga altri che furono sottoposti ai bisogni, alle debolezze, ai peccati suoi stessi; veneriamo le ossa che aspettano la glorificazione; baciamo le reliquie per attingerne una virtù benefica e proponimento e forza d'imitarli. E Maria? culto pietoso e consolante, che presentando il tipo de' sentimenti più dolci in natura, il pudore della vergine e l'amor della madre, la rassegnazione dell'afflitta e il trionfo della martire, immacolata fin dal concepimento, eppure avvocata de' peccatori; si addatta alle miserie della vita porgendosi interceditrice innanzi al giusto, qual madre dell'uomo e donna de' dolori, e realizzando fuor di Dio tutte le qualità affettuose, di cui l'umanità non può far senza, sia nel culto, sia al focolare474.
      Chiunque crede Dio, crede che nulla è a lui impossibile. In conseguenza non ripugna da que' fatti che Dio compie indipendentemente dalle cause seconde, e che si chiamano miracoli. Ciò non porta a credere tutto, degradando le legittime ragioni della critica, nè ad accettare i delirj della superstizione, le illusioni dell'ignoranza, i vezzi della fantasia, costituenti una mitologia cristiana, che ogni credente discerne dalla verità475. Filosoficamente ogni miracolo è un fenomeno; teologicamente ogni fenomeno è un miracolo: quanto al finito, tutto è opera di natura; tutto è opera di Dio quanto all'infinito.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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