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      Il cardinale Sadoleto, nell'orazione ai principi tedeschi esclamava: «Quest'anni passati vedemmo di voi quel che giammai avremmo creduto. Dianzi vivevate in pace e concordia tra voi, ora siete nel dissenso più atroce. Dio e i celesti tutti con somma pietà veneravate; ora, estinta la pietà, gli studj della vera religione per la più parte abbandonaste; stavate alle leggi, che per la sobrietà e l'astinenza dagli avi vostri, santi personaggi, e dagli antichi padri erano state fatte, poi accettate e comprovate dall'osservanza di tutti i secoli; ora, sovvertite le leggi, tolta la distinzione delle cose, lentati i freni della continenza, tutto voleste libero e sciolto».
      E continua a deplorare questo scapestrarsi delle ire, questo togliere ogni rispetto alle leggi divine e umane, ogni divario di superiori e inferiori, non accordandosi che nel vituperare il sacerdozio e straziare la romana Chiesa, che n'è capo. «Eppure in questa città di Roma, per reprimere e moderare i vizj urbani, e principalmente l'avarizia di cui più si pecca, e revocarla al costume antico, casto e modesto, furono dal sapientissimo e ottimo pontefice invitati da ogni parte del mondo personaggi, e posti nel sommo grado di onore, acciocchè con maggiore autorità e diligenza attendano a quest'uopo»506.
      E ben tosto tutta Europa fu in fuoco, e un secolo e mezzo di fierissime guerre minacciarono una nuova barbarie. E un'altra ne sovrastava.
      I papi erano stati motori e centro della resistenza contro i Turchi. Oggi, che vediam questo popolo in quell'ultima decadenza dove più non lo sostiene che la volontà dei forti, l'Europa vanta la sua tolleranza nel rispettare fino il Musulmano, la sua indifferenza fino a sorreggere un governo che ha per canone politico il fratricidio, per canone domestico la poligamia, per canone economico la pirateria.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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