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      Sappiamo che in questa santa sede già da molti anni avvennero cose abominande, abuso delle cose spirituali, eccesso ne' mandati, tutto vôlto in peggio: nè è meraviglia se il morbo discende dal capo nelle membra, dai sommi pontefici negli inferiori. Tutti e prelati ed ecclesiastici deviammo dalle rette vie, nè vi fu chi facesse bene, neppur uno»522.
      Egli si fece promettere dai cardinali che smetterebbero le armi, non darebbero ricetto ne' loro palazzi a sbanditi e birbi, lascerebbero che il bargello v'entrasse per eseguire la giustizia. «Se gli ecclesiastici (scrive Giovanni Cambi) aveano barba grande alla soldatesca, o abito non lecito a preti, ei riprendevali; perchè era tanto scorsa la cosa, che portavano i prelati la spada a cavallo e cappa corta e barba. Ed io scrittore vidi un nostro fiorentino che era arcivescovo di Pisa, d'anni ventiquattro in circa, fattogli avere da papa Leone da un altro arcivescovo di Pisa ch'era ancor vivo con dargli uffizj di Roma in compenso e altri benefizj, in fatti comperato a dirlo in brevi parole, vederlo andare per Firenze il giorno a spasso a cavallo con una cappa nera alla spagnuola che gli dava al ginocchio, e la spada allato, e il fornimento del cavallo o mula di velluto a onore di Dio e della santa Chiesa: e il cardinale Giulio De' Medici sopportava tal cosa, e andava sempre alla Chiesa col rocchetto scoperto senza mantello o cappello, con una barba a mezzo il petto, e assai staffieri colle spade attorno, e senza preti e cherici: e a questo era venuta la Chiesa, d'andar in maschera cardinali e prelati, a conviti, a nozze e ballare».


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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