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      Sopra la qual proposta avendo consultato con quelli cardinali, che ho deputati nella causa della fede, siamo stati tutti ardentissimi in questa sentenzia, che sia da condiscendere prontamente e alla convocazione del Concilio e a tutte le provisioni che tendano ad eradicare l'eresie, perchè così conviene al servizio di Dio e alla salute universale della cristianità. Vero è che, molti di loro, ancorchè desiderino sommamente questo fine, non risolvono totalmente che la convocazione del Concilio sia mezzo sicuro, o conveniente a conseguirlo, giudicando, che sia di grande imprudenza alla Chiesa di Dio il consentire che si torni a disputare di quelle cose, le quali in altri tempi sono state dichiarate da Concilj, e osservatesi lungamente da tutti li Cristiani; perchè la sede apostolica è stata consueta concedere i Concilj alli eretici quando l'opinioni loro, se bene erano erronee, o contra il rito universale della Chiesa, non erano ancor state riprovate o dannate. Ma il voler ora mettere in dubbio quello che hanno determinato i Concilj, par loro cosa scandalosa, di mal esempio, e con poca dignità di questa sede, nè sperano, che alla medicina di questi errori abbi a conferire più l'autorità del futuro Concilio, che faccia ora quella delli passati, celebrati da tanti santissimi e dottissimi Padri, le sante determinazioni dei quali chi sprezza, non si può sperare che non abbia a fare il medesimo di quello, che per l'avvenire si determinasse, nè si possono persuadere che la dimanda, che essi fanno del Concilio, tenda ad alcuno fine laudabile, anzi, che come sempre sogliono fare gli eretici, abbia nascosto qualche pestifero pensiero, che possa esser causa di maggior confusione e disordine.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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