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      Di quest'ultimo, come degli altri nominati nel presente capitolo avremo a dire ampiamente.
     
     
     
      DISCORSO XX
     
      PRIMI RIFORMATI ITALIANI. PIETÀ SOSPETTA. MICHELANGELO. IL FLAMINIO. IL CARDINAL POLO.
      VITTORIA COLONNA.
     
     
      Di mezzo alle gravi sventure politiche, nelle quali perdeva l'indipendenza e ad altre naturali che venivano ad esacerbarle557, l'Italia si sentì minacciata d'una ancor più grave, qual era di andar divisa negli articoli di fede.
      Ci siamo chiariti come qui prima che altrove si svolgesse il seme delle protesta religiosa, tra per meditazione di pensanti, tra per arguzia di letterati, tra per esagerazione di pietà. E appunto i nostri riformatori potrebbero distinguersi in tre categorie. Gli uni che, per passione degli studj e abbagliamento de' classici, attribuivano a questi un'autorità eguale o simile a quella della Bibbia e de' santi padri; volendo emancipata la ragione umana, non le tolleravano neppur i vincoli della fede, o distinguevano un ordine di verità secondo la religione, uno secondo la filosofia; o pretendevano questa con quella conciliare mediante l'ecclettismo che, in fatto di fede, rasenta l'incredulità.
      Altri, vedendo la depravazione insinuatasi nella Chiesa di Dio, e gli ecclesiastici tuffarsi in cure secolaresche, dal riprovare l'abuso passavano a censurare la Chiesa, fino a reluttare all'autorità di questa, che unica ha il diritto di riformare.
      Altri, ritirandosi dal mondo contaminato, si esaltavano nella penitenza, e pregavano che Dio la infliggesse alla Chiesa tutta.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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