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      Antonio Soriano, residente veneto a Roma, con singolar misto d'ingenuità e malizia, racconta che «sua santità non manca di usare ogni diligenza e industria acciocchè, in caso non si possa del tutto declinare il Concilio, almeno si faciliti. E il facilitarlo si procura con la via del reverendissimo di Capua, il quale è cognato di Martin Lutero (?), perchè Martino tolse per moglie una sorella di detto cardinale, la quale era abbadessa in un monastero: ed ha mezzo appresso questi capi, come è Filippo Melantone ed altri suoi complici: ed ha autorità da sua santità di placarli, riducendoli alla santa Chiesa con promissione di benefizj e vescovadi, e quando bisogni, di cappelli»11. Prima di riuscirvi, Paolo III morì, e dicono negli estremi si ricordasse del versetto, Si mei non fuissent dominati tunc immaculatus essem. La sconcia bellezza del suo sepolcro pruova che i rafacci irosi non aveano ancora emendato gli antichi errori12.
      E lo pruova il favore che ottenne un de' più luridi ingegni, uno che può stare con quanto di più feccioso produce l'età nostra, Pietro Aretino. Nato il 1492 in un ospedale di Arezzo, vede una statua della Maddalena che tende le braccia verso Cristo, ed egli v'addatta un liuto, sicchè ella sembra sonare; fa un sonetto contro le indulgenze: onde è cacciato di patria, e va a Roma, e a forza di lodare e vituperare, penetra nella società de' grandi, cerca a tutti, minaccia tutti, e diviene terribile a prelati, ad artisti, a principi, che per calmarlo gli danno monete, pensioni, collane, fin lodi.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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