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      Parevami che le speranze di questo nostro desiderio fossero cresciute fino al sommo, anzi, che non fossero più speranze ma fatti, e possessioni di beni presenti, quando la morte disturbò il tutto, e ci fece cascare quasi in peggior grado di quello ch'eravamo prima, cioè in una mezza disperazione, o opinione che siamo in odio a Dio, il quale, come che fosse stato addormentato quando fu fatta quella elezione, svegliato e adirato ha distrutto a un tratto quella sant'opera, come fosse stata fatta contra la sua volontà, ed in dispregio dell'onnipotenza sua. Ma la cosa non sta così. La creazione di papa Marcello è stata da Dio, perchè tutte le opere nostre opera Dio in noi e per noi. La morte di papa Marcello è stata da Dio, perchè la morte e la vita sono in mano del Signore: ma chi può penetrare il profondo de' secreti consigli di Dio? chi può immaginarsi, non che dire, perchè ha voluto darci sì buona speranza, per torlaci così subito? Qui bisogna tacere, e pregar Dio che questo, che a noi par male, ritorni in bene della Chiesa sua; e che questo effetto, che pare sdegno ed odio, si volti tutto in pace ed amore. Non lascerò però di dire un mio pensiero, ancorchè basso, e molto lontano dall'infinita altezza della provvidenza di Dio. Ha voluto per avventura mostrarci, coll'avvicinarci tanto alla riforma, e in un tratto toglierci sì grande speranza, che la riforma non ha ad essere opera umana, nè ha da venire per le vie aspettate da noi, ma in modo che noi non avremmo saputo immaginarlo, e per mano valida, che parrà veramente suscitata da Dio a vendetta degli empi e laude di coloro che saranno veramente buoni; buoni, dico, nel cospetto di Dio, non negli occhi degli uomini.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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